Usa 2016
Documenti necessari: Passaporto, Esta, Patente di guida internazionale
Le foto sono state scattate con:
- Fotocamera: Canon 700D
- Lente: Canon 18-55
- Lente: Sigma 70-300 DG Macro
- Lente: Samyang fisheye 8mm
INDICE
Day 1: Partenza Day 2: Zion National Park Day 3: Trasferimento da Zion a Bryce Day 4: Bryce Canyon National Park Day 5: Trasferimento da Bryce a Moab Day 6: Arches e Canyonlands Day 7: Mesa Verde Day 8: Monument Valley Day 9: Page, Antelope e Horse Shoe Bend Day 10: Grand Canyon: giorno 1 Day 11: Grand Canyon: giorno 2 Day 12: Death Valley: giorno 1 Day 13: Death Valley: giorno 2 Day 14: Ritorno a Las Vegas Day 15: Las Vegas Day 16: Rientro in Italia
Partenza
Siamo partiti dall’aeroporto di Linate il 2 settembre alle 07:35 e dopo circa 2 ore di volo siamo atterrati all’aeroporto di Londra Heathrow, primo ed unico scalo. Dopo qualche ora di attesa siamo finalmente partiti per Las Vegas, punto di partenza del nostro viaggio. Perché proprio Las Vegas? Beh… abbiamo scelto questa città non per la sua fama, ma semplicemente perché strategica. Il nostro desiderio era infatti visitare la parte sud-ovest degli Stati Uniti, una zona ricca di famosi e splendidi parchi come ad esempio il Parco nazionale del Bryce Canyon, La Death Valley, il Grand Canyon ecc. Las Vegas è stata punto di partenza e punto di arrivo, realizzando un itinerario ad anello attraverso i parchi, ottimizzando così al massimo il tempo per visitare più cose possibili.Non amo le vacanze rilassanti, per me vacanza è la sveglia all’alba per osservare e visitare più luoghi possibili, camminare e sudare per osservare posti nuovi; questo si che mi rilassa! Prima di partire avevo ovviamente organizzato tutto, avevo ad esempio noleggiato la macchina, mi ero stampato tutte le mappe dei parchi (mappe che trovate sui siti dei rispettivi parchi) e avevo prenotato i Motel e le piazzole per il campeggio. Sia che vogliate alloggiare in motel o in campeggi privati o liberi (come ho fatto io alcuni giorni) devo dire che ho trovato sempre tutto molto attrezzato. La macchina l’ho noleggiata dall’Italia su noleggioauto.it anche in questo caso devo dire che mi sono trovato bene e non ho avuto sorprese in aeroporto. Ritirata la macchina, una Toyota Corolla presso l’agenzia National, siamo andati alla ricerca di un Wallmart per comprare il necessario per il campeggio. La serata si è conclusa in motel con una pizza ordinata a domicilio.
Zion National Park
Siamo partiti da Las Vegas alle 06:30 AM direzione Zion National Park. Con Google Maps ho calcolato un tempo di trasferimento di circa 2 ore e mezza quindi l’arrivo al parco era previsto per le 9 circa. L’ingresso del parco era già molto affollato e trovare parcheggio è stata davvero un’impresa. Abbiamo parcheggiato lungo una stradina davanti ad altre macchine nella speranza di non prendere una multa. Appena entrati abbiamo comprato l’Annual Pass. L’Annual Pass è un biglietto che costa circa 80 $ (nel 2016) che permette l’accesso alla stragrande maggioranza dei parchi americani (esclusi i parchi gestiti dai nativi come ad esempio la Monument Valley). Non serve comprare un biglietto a persona, infatti il biglietto va a macchina ovvero con un Annual Pass entrano nei parchi tutte le persone presenti all’interno della vettura (vi invito a verificare per sicurezza, magari negli ultimi anni alcuni regolamenti potrebbero essere cambiati). Abbiamo fatto circa 40 minuti di coda per prendere l’Annual Pass, dopodiché abbiamo preso la navetta per scendere al percorso che avevo programmato. I parchi americani sono veramente enormi e dedicargli uno o due giorni costringe necessariamente a scegliere alcuni percorsi piuttosto che altri. Per la scelta mi sono affidato a Trip Advisor e scaricato la mappa dal sito del parco. Le mappe dei parchi le trovate sui rispettivi siti.
Noi abbiamo fatto Angel’s Landing ovvero un trekking che porta alla sommità di uno dei picchi del parco e consente una vista a 360° del Canyon dello Zion. Il percorso è abbastanza semplice anche se può essere un po’ faticoso ai non allenati e dura un’intera giornata (andata e ritorno). Solo sul finale c’è una specie di ferrata di una decina di metri in cui bisogna porre un po’ di attenzione sia per la pericolosità (ci sono tratti un po’ esposti) sia per l’affollamento. Un altro tratto molto famoso dello Zion è The Narrows. Purtroppo per questione di tempo non siamo riusciti a fare anche questo percorso. Vi invito a fare la vostra scelta in base al tempo che volete dedicare a questo parco. Conclusa la giornata ci siamo avviati verso il campeggio per passare la notte: Zion river resort rv park-campground, 551 east hwy 9, p.o.box 790219 virgin, ut 84779. Ecco a voi alcune foto dello Zion National Park.
Trasferimento da Zion a Bryce
Nel trasferimento dallo Zion National Park a Bryce Park abbiamo percorso una strada secondaria. Evitando le strade principali si possono osservare paesaggi mozzafiato ottimizzando anche il viaggio in macchina. Se state organizzando il vostro viaggio fate attenzione ai numerosi Point View (ovvero i punti panoramici) che ci sono vicino al percorso che dovete fare, magari il tempo perso perché avete scelto una strada meno veloce può essere ripagato da qualche sosta in qualche punto panoramico mozzafiato. Ad un certo punto del nostro viaggio verso il Bryce abbiamo girato a sinistra sulla strada 14. Il nostro obiettivo era passare in macchina attraverso la Dixie National Forest anche solo per ammirare il paesaggio. Abbiamo poi proseguito verso la strada 148 passando inconsapevolmente dal Cedar Breaks National Monument (ecco la bellezza di fare strada secondarie). Il Cedar Breaks è un immenso anfiteatro che si estende a perdita d’occhio la cui caratteristica sono queste enormi torri di roccia arancione che svettano una affianco all’altra, diciamo che è stato un piccolo antipasto del Bryce. Proseguendo il nostro viaggio abbiamo girato a destra sulla strada 143 passando attraverso la Dixie Natioal forest; non ci sono particolari punti panoramici, ma se come a me vi piace il bosco e la natura sicuramente vale la pena fare questa strada.
Passando attraverso la Dixie National forest ricordo di aver pesato a come il territorio americano cambi radicalmente anche nell’arco di pochi chilometri. Arrivavamo infatti da un territorio privo di vegetazione e roccioso (quello del Cedar Breaks) e ci siamo ritrovati in un’immensa foresta. Abbiamo fatto una brevissima fermata per vedere il Panguitch Lake Resort e poi siamo ripartiti verso il Bryce. Man mano che ci avvicinavamo alla nostra meta il paesaggio circostante è ricominciato a diventare roccioso e del tipico colore rosso dei canyon. Ci siamo imbattuti, anche qui inconsapevolmente, nel Red Canyon sulla strada 12. Vale assolutamente la pena fermarsi al Red Canyon, troverete un piccolo sentiero da fare in circa 15 minuti immerso in torri di roccia rossa alte svariate metri. Conclusa la nostra sosta al Red Canyon siamo arrivati in tarda mattinata al Bryce Canyon. Siamo andati subito al campeggio per prendere la piazzola e mettere giù le cose più ingombrati, il nostro campeggio si chiamava Ruby’s Inn. Dopo un pranzo veloce, non si deve perdere tempo nemmeno per mangiare , abbiamo iniziato il nostro tuor al Bryce Canyon!
Dopo il pranzo e dopo aver sistemato la tenda abbiamo iniziato il nostro tour pomeridiano. Sapendo che il vero tour del Bryce sarebbe stato il giorno seguente, abbiamo deciso di riempire il pomeriggio facendo un trekking lontano dalle mete più famose del parco per vedere un paesaggio un po’ diverso e per allontanarci dalla folla. Il nostro percorso è stato il Bristlecone Loop Trail. Il percorso era impossibile da fare interamente nel pomeriggio perciò non lo abbiamo fatto tutto e ce la siamo presa con molta calma, fermandoci spesso ad ammirare il paesaggio. Al contrario del normale paesaggio roccioso del Bryce Canyon qui il percorso si snodava all’interno di una pineta molto affascinate e selvaggia, con scoiattoli, ghiandaie alberi morti i cui tronchi secchi sono veri e proprio monumenti della natura. Nonostante avessimo potuto scegliere un percorso più famoso, ripensandoci, adesso farei la stessa scelta perché almeno siamo riusciti a vedere e a vivere una parte del parco nazionale del Bryce Canyon diversa e poco frequentata. Poi io da buon forestale amo il bosco quindi, per me, scelta assolutamente azzeccata. A fine giornata siamo tornati al campeggio, senza però fermarci in qualche point view (innumerevoli in questo parco) per ammirare il tramonto. La notte è stata particolarmente dura per il fatto che non ci aspettavamo una tale escursione termica. Nonostante durante il giorno la temperatura era abbondantemente sopra i 25° durante la notte è scesa sotto lo zero. Giusto il tempo per fare qualche foto alla via lattea e poi ci siamo infilati sotto il sacco a pelo patendo un pochino il freddo.
Bryce Canyon National Park
La giornata al Bryce Canyon è stata sicuramente una delle più belle della vacanza e sicuramente uno dei posti più belli che abbia mai visto. Fate tutte le tappe che volete o gli itinerari che ritenete più opportuni, ma se passate vicino al Bryce dovete assolutamente fermarvi. Il nostro trekking è partito da Sunset Point, obiettivo delle giornata fare il Navajo loop Trail unendolo al Queens Garden Trail. È un percorso semplice, ma che occupa l’intera giornata e permette di vivere veramente il parco (anche se servirebbe un anno per girarlo tutto). La partenza è davvero suggestiva, attraverso una serie di tornanti si scende nel all’interno del Canyon, dove tra l’altro sono presenti due pini maestosi e viene da chiedersi come abbiano potuto nascere li (probabilmente i semi sono stati portati dall’acqua durante delle piogge intense che talvolta provocano dei ruscellamenti). Il percorso prosegue tra vari sali e scendi, torri, dune pietrificate dalle tonalità che variano dal giallo, all’arancione per poi tendere al rosso.
Trasferimento da Bryce a Moab
L’indomani dell’indimenticabile giornata al Bryce ci attendeva una giornata intera di trasferimento in macchina verso Moab. Per rendere la giornata più interessante (visto che anche facendo la strada più veloce avremmo comunque sprecato più di metà giornata) abbiamo fatto una strada panoramica più lunga ma piena di punti di interesse dove fermarci ogni tanto. Ormai lo ripeto per l’ennesima volta, fare i trasferimenti in macchina in queste strade panoramiche è veramente un piacere per gli occhi e per la mente. I paesaggi cambiano continuamente e non sono mai uguali e ogni volta ti chiedi come la natura possa aver realizzato delle opere così incredibili. Per non sbagliare strada abbiamo preso come punto di riferimento la città di Grover sulla strada 12. Passato Grover si gira a destra sulla strada 24 passando attraverso il Capitol Reef National Park. Qui ci siamo fermati per fare un brevissimo percorso che ci ha permesso di vedere l’Hickman Natural Bridge; un enorme ponte naturale di roccia. I sentieri vicino alla strada si sprecano perciò ci sono tantissime occasioni di fare delle pause nel deserto roccioso.
La strada 24 prosegue verso Caineville dove il paesaggio diventa a dir poco “lunare”, si passa appunto attraverso Luna Mesa. Le dune di sabbia pietrificata assumo un colore grigiastro, un altro cambio inaspettato del paesaggio. Ci siamo fermati ogni tanto per scattare qualche foto e nel tardo pomeriggio siamo arrivati a Moab. Moab è veramente una fermata strategica perché è a pochissimi chilometri da due tappe che avremmo dovuto fare il giorno successivo ovvero Arches National Park e Canyonlands National Park.
Arches e Canyonlands
Dedicare una mezza giornata ad Arches e Canyonlands è proprio un peccato, ma in questa vacanza di sole 2 settimane bisognava individuare delle vittime sacrificali. Essendo 2 parchi molto vicini la nostra idea è stata quella di fare la mattina un trekking ad Arches mentre al pomeriggio un tour dei point view di Canyonlands.
Arches
È un parco molto bello dove potrete ammirare questi enormi ponti naturali scavati dall’acqua nell’arco di milioni di anni. Arrivati sul posto abbiamo fatto il trekking Devil’s Garden Trailhead che ci ha impegnati per buon parte della mattinata. In questo percorso ci sono la maggior parte degli Archi osservabili all’interno del parco, fatta eccezione per l’arco più bello che, purtroppo, non ho visto da vicino ovvero il Delicate Arch (ogni volta che ci penso mi mangio le mani). Ho ammirato questo arco solamente da un punto panoramico abbastanza lontano. Il parco è molto frequentato, come tutti del resto, e dal punto panoramico del Delicate Arch potevo vedere la folla che ammirava questo monumento della natura. Lungo la strada che dall’ingresso del parco porta al trekking, c’è un piccolo trail ad anello che dura circa una mezz’oretta e che permette di ammirare la Balanced Rock. La Balanced Rock è un monumento della natura. È veramente incredibile vedere come questo masso di chissà quante tonnellate sia in equilibrio su un “fazzoletto” di roccia. Finito il nostro tour al Arches National Park ci siamo spostati al Canyonlands National Park.
Canyonlands
Canyonlands è un parco estremamente vasto e sicuramente serve più di un giorno per visitarlo come si deve. Avendo poco tempo ci siamo quindi limitati a fare esclusivamente alcuni view point nel pomeriggio. Tornassi indietro probabilmente dedicherei più tempo a questo parco, però quando ci sono così tante cose belle da vedere fare la scelta giusta è sempre complicato.Mesa Verde
Siamo partiti alle 8 del mattino per Mesa Verde National Park. Poiché il trasferimento da Moab alla Monument Valley era veramente lungo, invece di utilizzare un giorno intero per il trasferimento, abbiamo preferito visitare in parco Mesa Verde nel vicino stato del Colorado. Sicuramente tra i parchi visitati Mesa Verde è quello che mi ha colpito di meno. Bisogna però dire che dopo il Bryce, Arches, Zion è difficile trovare delle bellezze naturali altrettanto all’altezza. La giornata è stata comunque rilassante, ci siamo presi una pausa dalle corse dei giorni precedenti. Una cosa che mi è piaciuto molto durante il nostro passaggio a Messa Verde è stato il campeggio attrezzato e al tempo stesso immerso nella natura. Siamo riusciti infatti a campeggiare direttamente dentro al parco. Il campeggio si chiama Morefield Campground ed è 4 miglia all’interno del territorio del parco. Una tranquillità assoluta, una stellata pazzesca e famiglie di caprioli e cervi a pochi metri di distanza dalla tenda che brucavano i germogli delle piante. Una bellezza assoluta.
Monument Valley
Alle 8 circa del mattino siamo partiti da Mesa Verde in direzione Monument Valley. Il trasferimento è durato circa 2 ore abbondanti. Abbiamo fatto la strada più a nord tra quelle disponibili in quanto è quella più panoramica. La Monument Valley è una riserva Navajo quindi l’annual pass che avete preso non servirà a niente. Potete decidere di visitare la riserva in mille modi. Il modo più classico ed economico è quello di fare il tipico giro che fanno tutti con la propria auto. Si paga un ticket e si fa un percorso prestabilito senza possibilità di variazioni. Se si ha poco tempo sicuramente questo breve tour è il modo più veloce per vedere le principali attrazioni della riserva e per scattare qualche foto. Personalmente non avevo intenzione di dedicare così poco tempo alla Monument Valley, un’icona americana dei film western. Noi abbiamo fatto un tour con una guida che ci ha portati 3 ore all’interno della riserva sul proprio pick up. Siamo stati fortunati perché altre persone che dovevano fare il giro con noi non si sono presentate perciò abbiamo avuto il pick up tutto per noi.
Page, Antelope e Horseshoe Bend
Arrivati a Page siamo andati a riposare in Motel visto che la giornata è stata parecchio stancante. Page è una città prettamente turistica e, a parte i monumenti naturali nei dintorni, non c’è molto da vedere. I prezzi non sono propriamente i più economici però, questa città, è veramente strategica perché è il punto di partenza per l’Antelope Canyon (il luogo più incredibile che abbia mai visto). Se vi capita di vedere dei documentari sugli Stati Uniti state certi che insieme alla immagini del Grand Canyon vedrete anche quelle dell’Antelope Canyon. La visita dura circa un’oretta. Potete dividere la giornata a meta e vedere l’altra meraviglia di Page, ovvero l’Horseshoe bend, un’ansa scavata nella roccia dal fiume Colorado profonda centinaia e centinaia di metri.
Antelope Canyon
È veramente una cosa fuori testa, uno di quei luoghi che sicuramente non scorderò facilmente. Per accedere dovete necessariamente acquistare un tour poiché l’ingresso è consentito solamente con una guida. Vi consiglio di prenotare la visita guidata già dall’Italia in modo da non avere brutte sorprese. È sicuramente uno dei luoghi più visitati degli USA. L’orario migliore per visitare il Canyon va dalle 11:30 alle 13:30, ovvero quando il sole è più alto nel cielo. A quest’ora i raggi riescono a penetrare nel canyon fino al terreno e potrete vedere delle vere e proprie “spade” di luce. Quindi mi raccomando prenotate il tour dall’Italia con largo anticipo. Unica pecca di questo luogo meraviglioso è che come dicevo prima è uno dei luoghi più visitati dai turisti. Vi ritroverete perciò all’interno del canyon insieme a molte persone facendo spesso attese per passare. Per un fotografo non è proprio il massimo in quanto i tempi sono molto tirati e spesso nelle inquadrature troverete persone persone in transito. Bisogna portare pazienza e avere un po’ di fortuna. Esiste anche il tour fotografico, ma secondo me non ne vale la pena in quanto le guide non faranno altro che interrompere per un paio di minuti il passaggio delle persone (cronometro alla mano), e dandovi la possibilità di fare delle foto con sfondo libero. Però non so se il prezzo vale la candela. Termino qui con l’Antelope e lascio parlare le foto anche se, visto il poco tempo e le persone presenti, credo che non rendano per niente giustizia a questo luogo incredibile.
Page
Concluso il tour all’ Antelope Canyon siamo andata all’Horse Shoe Bend, il così detto “ferro di cavallo”. E’un’immensa ansa scavata dal fiume Colorado all’interno della roccia. La dimensione di questa struttura è talmente grande che è quasi disorientante. Ci si chiede veramente come l’acqua abbia potuto fare tutto questo. L’accesso a questo luogo è assolutamente libero; finalmente abbiamo passato un pomeriggio in relax godendoci il paesaggio in assoluta libertà. Tappa assolutamente obbligata!!! Verso fine giornata ci siamo spostati al Lake Powel. Vicino al porto c’è una spiaggia libera dove abbiamo passato, tra i bagnanti, le ultime ore della giornata. Nel Tardo pomeriggio siamo partiti per Tusayan
Grand Canyon giorno 1
Arrivati a Tusayan in tarda serata, ci siamo diretti al campeggio presente dentro il parco ovvero il camping Ten-x Campgroung. La prenotazione l’ho fatta dall’Italia parecchi mesi prima. Trovare una piazzola libera poco prima di partire è parecchio complicato sia perché il campeggio (gestito dai ranger) è estremamente economico (intorno ai 10$/giorno per una piazzola) sia perché alloggiare direttamente nel parco e a contatto con la natura è veramente affascinante. Nonostante le enormi richieste e la dimensione del campeggio al mio arrivo ho trovato un bel cartellino col mio nome scritto in prossimità della piazzola. Durante la notte, si sono alternati gli ululati dei coyote ai richiami dei cervi; momenti che non dimenticherò mai. Ovviamente con i 10$ non aspettatevi alcun tipo di servizio, docce, energia elettrica, ecc non esistono. Solo piazzole e natura. Il bagno c’è ma, ad eccezione della casetta in legno che lo circonda, non sono altro che enormi buchi nel terreno che periodicamente vengono svuotati.
Passata la notte ci siamo preparati per il nostro primo giorno al Grand Canyon. Avendo solo due giorni a disposizione, abbiamo deciso di dedicare il primo ad un trekking e il secondo ad un tour di tutti i punti panoramici. Piccola parentesi, il GC è enorme e dovete scegliere se visitare la North Rim o la South Rim. Non esiste un ponte che lo attraversa e per visitare entrambi i lati è necessario passare un giorno intero in auto per passare da una parte all’altra. Informandomi online ho visto che la South Rim è la parte più turistica ma al tempo stesso la più bella e accessibile. Per questo motivo, ma anche per questioni di tempo, abbiamo optato per il lato sud. Quello che mi è dispiaciuto nel non visitare la parte nord è che si presta di più al trekking (attività che mi appassiona molto). Ma torniamo alla parte Sud. Per arrivare al trekking, che si chiama South Kaibab e che parte vicino a Yaki Point, ci è voluta circa un quarto d’ora di strada da Tusayan. Il percorso è potenzialmente estremamente lungo e può durare giorni interi. Permette di arrivare al fiume Colorado e poi risalire verso la North Rim. Per questioni di tempo siamo andati poco oltre Skeleton Point, rinunciando a malincuore a toccare con mano il fiume Colorado. Finita la giornata di trekking siamo tornati al Ten-x Campground.
Grand Canyon giorno 2
Il secondo giorno al Grand Canyon lo abbiamo trascorso visitando tutti i punti panoramici del parco. Sono veramente tanti e li abbiamo visitati tutti partendo dal point view all’estrema destra del parco, ovvero da Desert View Walt Tower fino a Hermits Rest. Tutti i point view sono raggiungibili con la macchina fatta eccezione per quelli all’estrema sinistra. Infatti dal visitor center la strada Hermits rest è percorribile solamente in navetta. Le navette sono gratuite e passano circa ogni 15 minuti. Attenzione a verificare l’orario dell’ultima navetta disponibile per il ritorno. A fine giornata ci siamo diretti verso la Death Valley percorrendo un tratto della storica Route 66. Per la notte ci siamo fermati a Kingman.
Il trasferimento è durato circa 3 ore e abbiamo alloggiato a Economy Inn Kingman 1250 West Beale street.
Death Valley giorno 1
Siamo partiti la mattina presto da Kingman e verso le 13:00 siamo arrivati alla Death Valley. La prima cosa che abbiamo fatto è stato cercare il campeggio libero nel quale avevamo programmato di passare le due notti successive, ovvero l’Emigrant Campground. Indubbiamente è uno dei posti più belli e affascinati in cui io abbia mai dormito. Appena arrivati abbiamo piantato subito la tenda perchè le piazzole non si possono prenotare e c’è spazio fino ad esaurimento posti.Per tutto il tempo la tenda è rimasta incustodita senza che succedesse nulla. Ha anche resistito, in modo egregio, ad una tempesta di sabbia. Sistemate le nostre cose nel capeggio siamo finalmente partiti per il nostro tour.
Death Valley giorno 2
I punti di interesse della Death Valley sono tutti raggiungibili comodamente in macchina, l’unica cosa da considerare è che, essendo un parco enorme, spesso ci si può mettere anche mezz’ora o un’ora di tempo per trasferirsi da un luogo all’altro. Fate sempre attenzione alla temperatura dell’acqua dell’auto, la Death Valley è uno dei posti più caldi degli USA e non sareste i primi a rimanere in panne per le alte temperature. Inoltre spesso capita di fare mezz’ora o un’ora di strada senza incontrare anima viva, perciò rimanere a piedi potrebbe essere veramente un grosso problema. Nei nostri due giorni alla Death Valley mi sono affidato alla mappa del parco che potete scaricare sul sito. Ho selezionato una serie di luoghi molto vicini tra loro, per poterne visitare il più possibile. Il primo giorno abbiamo fatto un trekking, molto semplice e in piano, all’interno del Golden Canyon con l’obiettivo di arrivare alla Red Cathedral. Il percorso è molto breve (circa 3 miglia andata e ritorno). Successivamente abbiamo visto, anche se non in questa sequenza: Rhyolite, Zabriskie Point, Dantes View, Badwather, Artist Palette, Titus Canyon, Mosaic Canyon, Devils Golf Course, Mustard Canyon, Mesquite Flat Sand Dunes e qualche altro sito che sicuramente dimentico. In un giorno e mezzo tutti questi siti sono facilmente visitabili se ci si programma bene la giornata. Per farci una doccia ci siamo appoggiati ad una struttura che per 2 dollari dava la possibilità di utilizzare i propri bagni. Il giorno seguente siamo partiti per Las Vegas.
Ritorno a Las Vegas
Il rientro a Las Vegas è stato difficile, sia perché sanciva praticamente la conclusione delle nostre vacanze, sia perché vivere una città Come Las Vegas dopo essere stati 15 giorni in luoghi con paesaggi mozzafiato e spazi sconfinati è abbastanza traumatico. Siamo rientrati 2 giorni prima del volo, solitamente è una cosa che faccio sempre quella di arrivare nella città del volo almeno un due giorni prima della partenza. Se succede un imprevisto il giorno prima della partenza rischi di perdere l’aereo, invece se ti tieni un giorno in più di sicurezza hai tempo di riorganizzarti per non perdere il volo.
Las Vegas
Las Vegas è assolutamente il posto più brutto e deprimenti che una persona possa vedere dopo aver fatto 15 giorni di parchi nazionali. Forse sarebbe stato meglio iniziare da Las Vegas e concludere con i parchi. La città non è niente di che, è una via lunga circa 6 km pieno di hotel di lusso e casinò. Vedi decine e decine di senzatetto che probabilmente si sono mangiate fino all’ultimo centesimo ai casinò, vedi persone obese che invece di tentare di camminare si sono comprati la motoretta elettrica per andare avanti, vedi persone benestanti giocarsi 500$ alla roulette e perderli in una mano come se niente fosse. Questa è Las Vegas. Al di fuori di quella via non c’è assolutamente niente. Si visita tranquillamente in una sera, non c’è qualcosa di storico o culturalmente interessante che valga la pena di vedere, tutto quanto è un immenso videogioco pieno di esasperazione e lucette colorate. Unica nota positiva è che sono andato al famoso negozio di pegni della serie tv “Affari di famiglia” di History Channel. Li c’era Chumlee e ho fatto più di un’ora di coda per farmi una foto con lui. Non mi sento di dire di più su Las Vegas se non che starci secondo me è solo tempo perso, purtroppo però è una città veramente strategica per questo tipo di tour.
Rientro in Italia
Ed eccoci qui, alla conclusione della nostra esperienza negli USA. Spero che questa “guida”, anche se più che una guida è la condivisione di un’esperienza di viaggio, possa servire a chi abbia voglia di visitare queste splendide terre. Ovviamente controllate nuovamente ogni singola informazione che vi ho dato, alcune cose, leggi o permessi potrebbero essere cambiate o cambiare nel corso del tempo. Buon Viaggio!